RITORNO A VERONA
Finalista Concorso Nazionale UNO MONOLOGHI 2015 (5° edizione) TEATRO DEL ROMITO –Firenze
Finalista Festival Nazionale 2016 Visioni Shakesperiane TEATRO COMUNALE DI ANTELLA – Firenze
2° Classificato al CALàBBRIA TEATRO FESTIVAL 2016 di Castrovillari - COSENZA
Selezionato al XXV Premio "Franco Angrisano" 2017
Finalista Estrocorti 2019 ( 2° edizione) TEATRO DEL BARACCANO - Bologna
di e con Emiliano Minoccheri
traduzione in Veronese di Andrea Bissolo
assistenza tecnica Benedetta Carmignani
produzione Ote Compagnia Le Saracinesche
Benvolio Montecchi, cugino del più celebre Romeo, ritorna a Verona. Ricerca il passato, la memoria, gli amici di un tempo. Riflette su ciò che è cambiato e su cosa è rimasto uguale. Se da un lato non ritrova più i vecchi amici, dall’altro trova i nemici, i detentori del potere economico e sociale della città. Sono vecchi e decrepiti, ma ancora lì, tutti vivi e vegeti. Un po’ come nell’originale tragedia Shakesperiana che dà origine al suo personaggio, nella quale i giovani muoiono tutti, mentre il vecchio rimane ed impera.
“Ritorno a Verona” vuole essere una breve riflessione, tra l’onirico e l’ironico, sull’Italia di oggi, sulla perdita di valori e di speranza di un paese governato da vecchi uomini e vecchie logiche di potere. Un sistema chiuso e senza prospettive di rigenerazione, nel quale i giovani finiscono schiacciati dal conservatorismo più bieco, o sono costretti loro malgrado a fuggire in altri paesi.
2° CLASSIFICATO al CALABBRIA TEATRO FESTIVAL 2016 di Castrovillari
"Al secondo posto Ritorno a Verona di Emiliano Minoccheri con particolare apprezzamento «risolto a un testo poetico con una bella presenza scenica e un lavoro attento sulla voce e sulla resa della nota storia di Romeo e Giulietta – scrive la giuria – con una sorta di "ritorno al futuro" rendendo lo spunto shakespiriano una metafora della società odierna».
Ritorno a Verona di e con Emiliano Minoccheri, compagnia Le Saracinesche, al secondo posto, è un monologo poetico ispirato allo shakespeariano Romeo e Giulietta, elegante nell’interpretazione e nel lavoro svolto sulla voce, con un uso curato anche se da rimodulare leggermente del dialetto veneto. Molto originale lo spunto della visione che rilegge la società di oggi nel segno di ieri, con i giovani che se ne vanno e i vecchi che restano, attraverso un gioco tra passato e futuro con il cugino di Romeo Benvolio Montecchi che torna in una Verona cambiata e attualizzata.
(Ilaria Guidantoni - SALTINARIA.IT)